Piccolo preambolo: ultimamente la buzz keyword in ambito SEO, oltre PBN, è “SEO case study”, usata troppo spesso a sproposito per far rizzare le antenne ai naviganti, e forse per questo “posizionarsi su una query competitiva solo con il contenuto” potrebbe suonare come “la bomba!”.
Non è certamente il caso di Benedetto Motisi, che di case study SEO nel tempo ne ha pubblicati di molto interessanti ( ad esempio il suo interessante case study sulla negative SEO ).
Personalmente attendevo al varco il buon SEOJedi da mesi su questo in particolare, un case study SEO ci mostra i risultati di un gruppo di 5 contenuti posizionati su una query competitiva solo tramite ottimizzazione on page ( sopratutto a livello editoriale ) senza lavorare sui link in ingresso, citazioni e quant’altro ( qualcosa c’era, essendo il sito base non nuovo ).
Di cosa tratta nello specifico questo case study SEO
Come detto poc’anzi, tratta e studia specificamente le performance e i risultati di un gruppo di contenuti ottimizzati attivamente solo a livello SEO on page, senza lavorare sulla off page ad esempio con la link building.
Naturalmente non parliamo dei soliti h1 e soci: i 5 documenti sono stati sviluppati tramite un planning e uno studio circostanziato delle SERP interessate, in questo caso quelle che ruotano attorno alla query principale “seggiolini auto”.
I contenuti sviluppati da Benedetto si sono posizionati, tra le altre cose, in seconda posizione su di una key, “seggiolini auto” per l’appunto, da 12000 ricerche mensili ad alta concorrenza ( chi lo dice? Guardate la SERP, non c’è bisogno di tools ) e sulle sue correlate. Per gli altri numeri vi rimando al post o ai vostri tools preferiti!
Dato molto interessante è che i competitor sono siti infinitamente più “trust” di autospillo.it, il dominio dove sono stati pubblicati i contenuti: altroconsumo, prenatal, amazon, polizia di stato ( attento Benedè! ). Come direbbe probabilmente lui stesso, “mica cotica!”.
Quali sono stati i risultati?
Benedetto riporta che innanzitutto, come prima cosa si sono ben posizionate le correlate.
Nel tempo, in modo piuttosto lineare e costante, in un modo piuttosto naturale che sicuramente non attira attenzioni indesiderate da Google, la pagina ha avuto sempre più traffico, e i posizionamenti sono migliorati.
Nel giro di 6 mesi circa, la pagina ha raggiunto i risultati odierni ( ottimi risultati nella top 10 ).
Lavorando in modo piuttosto simile, come ho commentato sulla discussione riguardante il post su Facebook, vorrei aggiungere anche la mia esperienza in merito:
- Solitamente, quando si lavora principalmente di content su progetti già avviati, ci vogliono 3 o 4 mesi perché si abbia il posizionamento raggiunga l’apice: è un comportamento che ho osservato tantissime volte.
Il problema é che naturalmente si può… sbagliare! Anche se con analisi come quelle che fa Benedetto nel suo bel webinar é dura inciampare di brutto.
- La cosa più interessante é osservare come i risultati divengano granitici. Tra 6 mesi anche con una situazione off page sensibilmente diversa il sito rimarrà li, ci potrei scommettere.
- Contando che é una situazione poco probabile il fatto che raccolgano segnali solo gli altri siti, e fermo restando che il divario di autorità non sembra essere un grosso problema in questa specifica SERP, l’off page non dovrebbe rappresentare un problema sul lungo termine.
Come sono stati sviluppati i contenuti?
Di come nella pratica sia stata svolta l’ottimizzazione, Benedetto ce ne parla con dovizia di particolari nel suo interessante webinar di SEMrush, dove parla proprio dello specifico contenuto in esame!
Per comprendere al meglio la metodologia, vi invito a guardarvelo molto attentamente ( anche se non vi frega nulla della metodologia, guardatevelo! )
Fantastico, possiamo vedere nell’intimo dalla preparazione ai risultati, totalmente in chiaro: questo si che si chiama case study SEO!
Volendo riassumere per continuare il discorso: si parla di contenuti sviluppati non su keyword ma su query, intorno alle domande. E penso che questo sia il passaggio principale.
Ragionare su di una domanda avvicina all’utente, permette di arrivare a trovare i vari modi in cui è espressa, le sue sfacettature, e questo ci avvicina a sua volta a ciò che Google, che i suoi utenti cerca di conoscerli sempre meglio, ritiene rilevante per la query in esame.
In questo caso: cosa cerca chi cerca “seggiolini auto” ? Analizzando Benedetto ad esempio ha trovato:
- Differenti tipologie di contenuto: classifiche, quale scegliere
- Differenti aspetti: prezzi, seggiolini low cost, obbligo del seggiolino
- Tipologia: gruppo 1, gruppo 2…
- Tecniche: con o senza cinture, alzabimbi…
- Personaggi: Winx, Peppa Pig
- Marche
Iniziate a capire perchè funziona vero? Il risultato di un contenuto sviluppato in questo modo è una grandissima rilevanza e pertinenza rispetto alle domande degli utenti.
Vi faccio una domanda: se aveste un bisogno tra un contenuto rilevante, quindi più informativo, rispetto ad una domanda ed uno prevalentemente autorevole, voi cosa scegliereste?
Meglio un libro che vi spiega come piantare nella pratica i vostri alberi da frutta o un libro piuttosto blando scritto da Poison Ivy come direbbe il buon Ben?
Il segreto? Togliersi delle soddisfazioni soddisfacendo l’utente
Nel post c’è una frase di Benedetto molto interessante, che racchiude con molta probabilità il vero punto della questione: se sapete interpretare i bisogni degli utenti e se sapete dargli soddisfazione, in tutte le loro sfacettature ( e come dice il Margherita, con il quale concordo, anche quelli latenti ), Google vi premierà.
Semplicemente questo.
On Page e magari pure “SEO semantica”? Ma non lo sai che i veri SEO usano i link babbaleo?
Innanzitutto, una sconvolgente verità la dice Benedetto già nel post, sapendo in anticipo di doversi aspettare certe osservazioni: è piuttosto improbabile che un qualunque sito, se non parte da zero, non abbia link.
E anche fossero nuovi, i siti che dobbiamo posizionare non sono in una camera stagna, ma sul web.
I siti che dobbiamo posizionare non li lasciamo nel loro server a schiacciare un pisolino, ma ci prodighiamo a diffonderne i contenuti.
E poi miei cari profeti del link, vi dirò una cosa ancor più sorprendente: Benedetto per farci riflettere si è imposto di posizionare questa pagina con il solo contenuto, ma voi non avete questa limitazione! Non è una strategia che vieti la link building.
Potete sia scrivere un contenuto di grandissima efficacia, studiato ad hoc, che raccogliere link in ingresso!
Il web vero non è una gara tra queste due strategie, cori di risatine strozzate e “specchio riflesso” sui forum e uno scontro di “scuole di pensiero”: è applicare queste due strategie per aumentare le performance del vostro sito.
Un mio consiglio sui case study SEO
Per chiudere voglio darvi un consiglio sulla lettura delle case study SEO: non accontentatevi del post!
Quando avete la possibilità di conoscere ad esempio il sito in esame, armatevi di attenzione e dei vostri tools e svisceratelo.
Cercate di capire punti deboli e punti di forza rispetto alla concorrenza, come se steste facendo una vera e propria analisi SEO. Non accontentatevi mai di ciò che viene detto, anche in post generosi come quello di Benedetto.
Traetene sempre le vostre personali conclusioni, e se potete discutetene con chi ha fatto il case study: creerete valore per voi stessi e per gli altri.
Update: due parole sul contesto
Rispondendo ad un utente che su di una discussione su Facebook poneva l’attenzione sul contesto nel quale è stato sviluppato il contenuto in esame della case study, dove secondo lui ha avuto un ruolo chiave il fatto che sui siti dei competitor i contenuti fossero veramente poco sviluppati, Benedetto ha detto:
Se nel post a riguardo o nel video non ne ho parlato (ma probabilmente ero più preso a beccare le citazioni pop :D) errore mio: in realtà il contesto particolare – l’assenza di un contenuto davvero completo – è stato terreno fertile, è stata una delle valutazione che mi ha fatto partire con il video su SEMRush. Perché sospettavo sarebbe potuto andare bene.
L’unico sito buono come contenuto, IMHO, è quello del TCS (Touring Club Svizzero) che ho preso come riferimento, ma è costruito su una tabella che lato SEO dice poco a Google.
Anche Altroconsumo lato utente è molto utile ma lato SEO poco “scansionabile” mentre forse quello che più si avvicina è l’EMD, almeno come costruzione SEO-friendly.
Va da sé che se questo contenuto lo costruivo su Altroconsumo, per ri-citare, era meglio e il fatto che tutti avessero le Ferrari in garage mentre io pimpavo il Pandino ha aiutato.
Di base però, a parte molti settori SEOizzati, c’è un mondo di nicchie li fuori dove si può ancora ottimizzare. Siamo tutt’ora in fase pioneristica in questo senso. .la palla sarà quando tutto andrà a giro.
In mondo dove tutto è perfetto, a che servono gli ossessivo-compulsivi?
Update #2: cambia l’utenza, cambiano i segnali dei contenuti e il loro peso sulla SERP
Fabio Fusano ha lasciato un commento molto interessante sul ruolo dei contenuti nel posizionamento, e di come abbia visto con i propri occhi cambiare le SERP del sito di un proprio cliente a causa del cambiamento dell’età dei suoi utenti. Secondo lui, il sito fuori target ha fatto cambiare il peso dei fattori di ranking e ci è voluto un intervento di “conversione” dei contenuti verso il nuovo target di età per riprendersi.
Ecco la discussione: https://plus.google.com/+EmanueleVaccari/posts/TjkvpSXee3