Finalmente qualcuno ha fatto la guida definitiva a RankBrain, ed è stato uno dei miei SEO preferiti, AJ Kohn.
In questo articolo, che ho riadattato per rendere la lettura più scorrevole ( e perchè preso da un fervore divulgativo non indifferente ), RankBrain viene analizzato e sviscerato dando il miglior consiglio possibile per ottimizzare un sito per RankBrain: non farlo.
Non si può fare!
Come dice il buon AJ Kohn si sono letti e si leggeranno tantissimi altri post che dicono il contrario, parlando di fatto di una cosa che non possono conoscere, che addirittura gli ingegneri di Google hanno dichiarato di non comprendere a pieno.
L’unica giusta da dire è che è impossibile ottimizzare per RankBrain.
Rullo di tamburi, si parte con questo fantastico articolo.
Il post che ho adattato viene originariamente dal ( fantastico ) blog http://www.blindfiveyearold.com/
Potete leggere l’articolo originale a questo indirizzo: http://www.blindfiveyearold.com/rankbrain-survival-guide
Cos’è RankBrain?
Per chi non lo sapesse, RankBrain è un algoritmo di Deep Learning di Google utilizzato per migliorare i risultati di ricerca organica.
Deep learning significa che questo algoritmo “impara” cose da solo senza input umano (se non quello iniziale).
E’ riuscito, ad esempio, a identificare dei gatti nelle thumbnail dei video di Google, qualcosa in apparenza molto semplice, ma infinitamente complessa per una macchina.
AJ Kohn fa un sunto di quello che veramente conosciamo di RankBrain attraverso le dichiarazioni che diversi Googlers hanno rilasciato nel tempo.
Cosa ha detto Greg Corrado su RankBrain
Da Greg Corrado, Google Senior Research Scientist che il 26 Ottobre 2015 ha di fatto presentato l’algoritmo a Bloomberg , sappiamo che RankBrain utilizza vettori matematici , ovvero entità matematiche che riescono a rendere comprensibile il linguaggio scritto ad un computer
Corrado è stato uno degli scienziati che ha lavorato su Word2Vec , un toolkit opensource che mira proprio a vettorializzare il linguaggio umano per renderlo comprensibile alle macchine.
Nella intervista viene esplicato l’affascinante obiettivo di arrivare a far comprendere alle macchine intere frasi, riuscire a far capire all’algoritmo che due frasi differenti significano la stessa cosa.
Per capire meglio il concetto di vettore, ecco un altro fantastico articolo di AJ Kohn.
Altro dato estrapolabile è che RankBrain viene utilizzato primariamente per le nuove query che Google incontra nella sua attività di tutti i giorni.
L’intervista contiene anche l’infelice frase ( almeno per il risultato nella community SEO ) “RankBrain è il terzo segnale più importante”, cosa sulla quale si sono buttati tutti i pescecani della SEO in cerca di clic.
Cosa ha detto Andrey Lipattsev su RankBrain
Da Andrey Lipattsev, Search Quality Senior Strategist di Google, ha specificato che la dichiarazione di Corrado secondo la quale RankBrain è “il terzo segnale più importante per Google” non significa che sia il terzo più impattante sulle SERP tra le centinaia di segnali ( per capire meglio cosa sia un segnale, vi invito a leggere un articolo che ho tradotto su come funziona Google ) che determinano il ranking, ma può anche solo voler dire sia il terzo più “utilizzato” di frequente per analizzare le query, senza avere però materialmente un impatto sulle stesse.
E poi, come dice Kohn, cosa importerebbe se anche fosse il terzo segnale più importante se di fatto non lo conosciamo ?
RankBrain è un “meta-segnale” , perchè di fatto utilizza altri segnali più specifici per il suo computo insieme alle query. Si tratta quindi di qualcosa di diverso dal classico segnale utilizzato da Google.
Cosa ha detto Gary Illyes su RankBrain
Gary Illyes, che se seguite questo blog ormai conoscete bene, fa l’esempio di una query complessa che RankBrain permette di comprendere meglio rispetto all’algoritmo standard : “Puoi ottenere il punteggio massimo in Super Mario senza una guida?“.
In questa che è una query reale, il termine negativo “senza” era veramente difficile da computare e spesso veniva semplicemente ignorato: RankBrain è riuscito invece a interpretare la query e a migliorare notevolmente i risultati.
RankBrain probabilmente aiuta Google nelle query complesse di linguaggio naturale.
Cosa ha detto Paul Haahr su RankBrain
Paul Haahr, durante il Q&A allo SMX West, ha dato alcune informazioni importanti.
La prima è che Rankbrain entra in funzione verso la fine della catena che porta dalla query ai risultati in SERP: di fatto lavora sui risultati dell’algoritmo “standard”, sui dati grezzi che interpreta in modo più preciso andando quindi a riordinare il ranking prima di servirli all’utente sotto forma della SERP.
Non riscrive le query prima che Google cerchi i risultati, ma dopo: è una distinzione molto importante.
Ha accesso, come già detto, ad altri segnali e sopratutto a query multiple: quali siano questi segnali però non lo sappiamo ed è inutile speculare sulla loro natura.
Senza conoscere le variabili in gioco, postula correttamente Kohn, non possiamo analizzare RankBrain.
RankBrain non lo capiscono neanche a Google!
Haahr dice:
RankBrain vede alcuni subset di segnali ed è un sistema di machine learning / deep learning che ha le sue idee su come combinare i segnali e interpretare i documenti.
Penso ( che noi a Google ) che abbiamo capito come lavori ma non cosa stia facendo esattamente.
L’algoritmo impara da solo e spesso nella machine learning il problema è proprio che gli ingegneri perdono il controllo dell’algoritmo che va a briglia sciolta verso le “sue conclusioni”.
Se non lo capiscono degli ingegneri di Google, figuriamoci i SEO.
Conclusione? Non puoi ottimizzare per RankBrain
traduco integralmente l’ultimo paragrafo:
Non si può “ottimizzare per RankBrain” basandosi su quello che veramente conosciamo riguardo a cosa sia e come funzioni.
Nel suo core RankBrain riguarda una migliore comprensione del linguaggio, sia nei documenti che nelle query.
Come possiamo quindi comportarci sapendo queste cose?
Google osserva parole, frasi e paragrafi trasformandoli in vettori matematici. Sta cercando di dare significato a blocchi di testo in modo da collegarle sempre meglio a query sintatticamente complesse.
L’unica cosa che si può fare è migliorare la propria scrittura in modo che Google possa comprendere al meglio il significato dei propri contenuti. Ma questo non è esplicitamente “ottimizzare per RankBrain”, è solamente fare SEO in modo appropriato dando una migliore esperienza utente.
Migliorando la tua scrittura e rendendola più chiara arriverai ad ottenere più link e, nel tempo, ad essere visto come un’autorità nell’argomento. In questo modo sarai “pronto” qualsiasi siano i segnali che RankBrain utilizza.
Una cosa che non bisogna assolutamente fare è pensare che RankBrain possa capire una scrittura scorretta o che tu possa scrivere in modo fortemente conversazionale. Al contrario, una scrittura corretta ed efficace è più importante che mai ora.
Ad AJ Kohn, che è un SEO fantastico e vi consiglio di seguire MOLTO DA VICINO, va il mio sentito grazie per aver detto quello che penso meglio di quanto avrei mai potuto dirlo.
In conclusione, se un blog che seguite vi parla di ottimizzazione per RankBrain, è ora di cercare altri blog.
Se pensate che il contenuto sia un contorno della vostra link building, vi consiglio di ricredervi: l’obiettivo finale di Google è comprendere a pieno il linguaggio umano per arrivare a giudicare le query come un umano secondo la qualità. Regolatevi!
Bonus: volete sapere perchè Google ci tiene a capire il linguaggio naturale?
Grazie a Martino Mosna per la segnalazione ( sia lodato G+ ).
P.S. Hai visto che non scherzo quando dico che nei miei contenuti non c'è posto per la fuffa?
Tutto scritto da me, nessuno stagista e niente ghost writers. Se ne avrai voglia ci sentiamo al prossimo contenuto, io ti aspetto!
Ilario Gobbi dice
Grandioso, veramente un approfondimento eccezionale, credo contenga tutto quanto che al momento si possa sapere sull’argomento.
Bellissima la definizione
“Migliorando la tua scrittura e rendendola più chiara arriverai ad ottenere più link e, nel tempo, ad essere visto come un’autorità nell’argomento. In questo modo sarai “pronto” qualsiasi siano i segnali che RankBrain utilizza.”
che racchiude secondo me il nocciolo della questione.
Grazie per fare sempre un’opera di divulgazione SEO così attenta e minuziosa!
Emanuele Vaccari dice
Penso tu abbia centrato il punto Ilario!
Riccardo Masutti dice
Ottimo articolo Emanuele!
Emanuele Vaccari dice
Tutto merito del collega americano, in questo caso sono solo l’ambasciatore 🙂